Da sempre capitale della moda, non possiamo stupirci del fatto che Dovita Bridal abbia scelto la dinamica Milano per presentare le sue bellissime creazioni sposa.
Il marchio, che ha recentemente aperto un nuovo atelier a Milano (in Viale Gian Galeazzo, 31), il suo primo flagship store nel Belpaese, sceglie anche la Milano Fashion Week per portare in passerella i suoi capolavori.
Numerosissimi presenti nel parterre, tra i più influenti esperti di settore, per il fashion show che ha avuto luogo nella bellissima cornice di Palazzo Serbelloni, storico palazzo neoclassico, lo scorso 23 settembre.
“Dreamed in Italy, handmade in Turkey”
Made in Turchia ma di ispirazione italiana: la collezione del marchio Dovita rappresenta il connubio perfetto di stile e ricerca.
Tutti i modelli presentati hanno un design unico e sono uniti dal fil rouge dell’eleganza italiana su misura e della creatività, classici senza tempo ma al tempo stesso soluzioni alla moda. Le silhouette più classiche incontrano le lavorazioni più ricche e innovative, per la sposa più contemporanea ed eccentrica.
Uno sguardo sui dettagli più belli
Protagonisti i ricami e i pizzi su abiti sensuali, esaltati da effetti bustier. Eteree trasparenze, balze e rouches, raffinati intrecci, applicazioni gioiello e dettagli preziosi come gli occhielli di strass, materiali dalla texture sofisticata: un vero invito a sperimentare e lasciarsi tentare da una proposta alternativa e, quindi, unica.
I volumi sono importanti e sostenuti: al centro sensuali abiti effetto shaping che aderiscono alla figura esaltandone la silhouette.
Immancabile il tocco floreale
Dovita Bridal veste una sposa bella, forte e coraggiosa. Una sposa radiosa, che incanta e si diverte, disinvolta e sicura di sé.
Le decorazioni floreali non mancano su questi abiti dove si respira modernità. I fiori di pizzo e ricami avvolgono il corpo delle spose in corpetti sensuali e si diramano in gonne sinuose. Bellissimo e molto raffinato l’effetto tattoo dei corpetti floreali: il risultato è artistico e delicato.
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A cura di Michela Peletti