Il fiocco non passa mai di moda, perlomeno nelle proposte bridal dove è da sempre sinonimo di bon ton e raffinatezza. Un dettaglio, più o meno grande a seconda del modello, che si adatta particolarmente bene alla sposa dall’indole più romantico. Un vezzo capace di donare tridimensionalità, da giocare sul punto vita ma anche sullo scollo della schiena, come nell’immagine copertina con la proposta firmata Atelier Emé.
Per valorizzare il punto vita
Uno dei punti più tradizionali su cui le case di moda presentano il fiocco è indubbiamente il punto vita. Per esaltare le fisicità più esili o per aggiungere un pizzico di modernità agli abiti sposa dalle linee più pulite.
Enzo Miccio punta sul fiocco per accentuare uno scollo a V: perfetto per un tocco di sensualità!
Il fiocco diventa anche protagonista di questo tailleur firmato Atelier Emé, dove da elemento funzionale diventa estetico per chiudere la giacca con stile e glamour.
Per dare tridimensionalità alla spalla
Il fiocco diventa anche un vezzo per decorare la spalla. Per la sposa che ama i volumi e l’effetto 3D. Si passa dalle proposte più soft e delicate, come Terry Ilaflà o Rosa Clara, a quelle più accentuate, come nei modelli portati in passerella da Elisabetta Polignano o Nicole Milano.
Il fiocco è sicuramente la scelta perfetta per chi desidera abbellire l’abito sposa con taglio monospalla.
Per decorare la schiena
Il fiocco è anche elemento decorativo per il back dell’abito, ponendo così l’attenzione sulla schiena, con scolli più o meno sensuali a seconda dei gusti della sposa.
Nuove interpretazioni
Non mancano proposte originali dall’accento più contemporaneo, come per il marchio spagnolo Isabel Sanchis che gioca con i fiocchi dalla taglia over-sized. Non solo: Isabel Sanchis interpreta anche i fiocchi come ricamo, in questo caso dai toni metallici per un effetto colorblock. La soluzione per la sposa dall’animo rock e moderno.
Interpretazione più romantica per Morilee e Viktor & Rolf che presenta, invece, il velo con fiocco: per la sposa sognatrice che punta su un’immagine più delicata.
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A cura di Michela Peletti