La New York Luxury Bridal Fashion Week è tornata con una nuova straordinaria edizione dal 6 all’8 ottobre 2021. Un appuntamento imperdibile per gli esperti ed appassionati di tendenze bridal con un occhio proiettato sul 2022. Un mix tra esperienza digitale ed eventi in presenza, che ha dimostrato ancora una volta la grande voglia di ripresa del settore.
Innovare per stupire sempre di più
Tantissimi i marchi in passerella tra innovazioni materiale e di design.
Parola d’ordine: sperimentazione e personalizzazione. Per una donna che vuole sempre più esprimere sé stessa con un abito sposa originale e cucito sulle proprie esigenze. Per stupire sé stessa, il futuro marito e tutti gli invitati, amici e parenti.
Focus sui dettagli di qualità
Anche in questa edizione, sono i dettagli a fare la differenza.
I ricami sono soprattutto floreali o diventano promesse d’amore (nell’abito firmato Reem Acra): bellissimi con effetto tridimensionale e applicati ovunque, all’insegna di una nuova forma di romanticismo moderno.
Il corpo pian piano si scopre: si presentano abiti con crop top, tagli cut-out, profonde scollature a V, spacchi sensuali, schiene decorate. Le maniche diventano sbarazzine, dal design accentuato e contemporaneo.
Si guarda a una sposa sensuale, che diverte e si diverte, a una donna che ha voglia di tornare alla vita dopo il periodo difficile che ha vissuto.
Anche l’abito sposa con pantaloni è protagonista
Anche nel bridalwear, si guarda sempre di più alla Generazione Zeta, per vestire una sposa giovane e moderna. Una sposa sicuramente più eccentrica, che ama distinguersi e sorprendere con materiali e combinazioni inaspettate. Il pantalone è protagonista con proposte comode ma estrose e ricercate; da scegliere più o meno attillato a seconda dell’immagine con cui si vuole giocare. In spezzato, come nella proposta di Kaviar Gauche, o tuta (come per Naeem Khan o Morilee), a seconda delle preferenze.
Si osa con le cinture, con i bustini, con il pizzo allover, con le trasparenze: il risultato è indubbiamente Wow!
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A cura di Michela Peletti